
“La Venezia millenaria è già sveglia da qualche ora, la gente per strada è indaffarata nelle proprie attività,
come il portiere dell’hotel che con sguardo distratto chiede i documenti e notifica sul registro che avrebbero preso alloggio la signora Maria e il signor Ivo Seeborn dalla Germania. Poi, sempre sorridente, consegna loro le chiavi della stanza numero 40 e chiama un garzone. Il ragazzo, nella sua divisa impeccabile, prende i bagagli e li accompagna, attende la mancia e chiude dietro di sé la porta. I signori Seeborn quella sera escono a vedere Piazza San Marco che, per la prima volta quell’anno, aveva acceso i lampioni illuminati elettricamente. Una nuova luce per Palazzo Ducale, Basilica di San Marco e le lunghe Procuratie. L’elettricità aveva fatto la sua comparsa a Venezia e da lì a breve avrebbe sostituito i fanali a gas. Alla mattina del lunedì quella nuova magia della modernità si spense e per circa dieci giorni calò il buio anche su questa giovane coppia di innamorati. È la domenica del 24 febbraio 1878 e tra non molto si sarebbe svolto uno dei primi drammi a Venezia dopo l’Unità d’Italia.” Tratto da Laguna di Sangue. Cronaca nera veneziana di fine Ottocento. Helvetia editrice 2016.